Una lunga ed antica tradizione di guarigione che abbraccia tutte le più grandi culture
Per la medicina tibetana, l’Ayurveda, la medicina cinese e molti altri sistemi di cura tradizionali la salute è un equilibrio globale, dove la mente non è mai separata dal corpo, nemmeno di notte. E il medico, lo sciamano, il guaritore chiedono conto al paziente dei suoi sogni, perché proprio qui possono manifestarsi i primi segnali di disturbi fisici, oltre che psichici, che di giorno non si sono ancora palesati.
Tutti sogniamo, anche se non sempre ce ne ricordiamo. In una vita media di 70 anni, quasi 6 anni (50 mila ore) vengono trascorsi nel mondo onirico.
Ecco una sintesi dell’incontro “Sintomo e sogno” avvenuto presso la Scuola Internazionale di Shiatsu Italia.
La docente è Franca Bedin, psicoterapeuta, studiosa di medicina cinese in Italia e in Cina e a sua volta direttrice di una scuola Shiatsu a Schi
L'incubazione è una pratica magico-religiosa che consiste nel dormire in un'area sacra allo scopo di sperimentare in sogno rivelazioni sul futuro (oniromanzia) oppure di ricevere cure o benedizioni di vario tipo.
Rituali di incubazione si conoscono già in epoca sumerica. Questa pratica richiedeva che un sognatore scendesse in un luogo sacro sotterraneo, dormisse una notte sognando e andasse da un interprete a raccontare il sogno, che di solito rivelava una profezia.
Nell'antica Grecia, l'incubazione veniva praticata dai membri del culto di Asclepio e le offerte votive ritrovate nei suoi centri di culto ad Epidauro, Pergamo e Roma attestano l'efficacia del rito.
L'incubazione venne adottata da certe sette cristiane ed è tuttora in uso in pochi monasteri greci.
In Nordafrica la pratica dell'incubazione, estremamente antica (è segnalata già da Erodoto), è tuttora molto vivace. Essa si pratica soprattutto presso le sepolture dei famigliari o di qualche santo o marabutto. Il termine che la designa più di frequente è asensi (dal verbo ens "passare la notte").
Riposo contro veglia?
Durante il sonno ci consideriamo privi di potere e di controllo. Ma quando dormiamo non cessiamo di esistere, anzi acquisiamo una coscienza più profonda di noi stessi. «I sogni sono uno spazio di grande sperimentazione spirituale», esordisce Franca Bedin. "La mente, non più distratta dal bombardamento di stimoli esterni, può concentrarsi sui messaggi che provengono dall’interno del corpo. Ed entrare consapevolmente in questo spazio-tempo per usufruire di un potenziale di comprensione, creatività e benessere che ogni notte è a nostra disposizione".
Il primo passo per riuscirci consiste nel superare il dualismo veglia e sonno. Spiega la psicoterapeuta: «La veglia è considerata lo stato della ragione, nel quale compiamo scelte e azioni. Nel sonno, invece, non c’è coscienza di ciò che accade e i sogni vengono perciò considerati irrealtà o addirittura falsità. Di fatto, però i sogni sono altrettanto reali, visto che avvengono mentre siamo vivi. Il dualismo è solo una convenzione».
Le ricerche, del resto, hanno mostrato che durante il sonno REM, la fase in cui avvengono i sogni, la rilevazione encefalografica è molto simile allo stato di veglia. E storia della creatività è piena di geni che hanno avuto «illuminazioni» in sogno: il chimico tedesco Friedrich August Kekule von Stradinitz alla fine dell’Ottocento affermò di aver scoperto in sogno la struttura molecolare del benzene, Robert Louis Stevenson ha utilizzato un sogno per la trama di Lo strano caso del dottor Jeckyll e del signor Hyde, il violinista Giuseppe Tartini “ascoltò” in sogno il demonio suonare il suo Il trillo del diavolo...
La teoria delle cinque anime
Si può essere scettici: ma se anche la “materia prima” di ciò che viviamo di notte non sono altro che i pensieri che ci occupano la mente di giorno, è indubbio che i sogni forniscano inediti punti di vista.
Spiega Franca Bedin: «Nella medicina cinese i sogni segnalano disequilibri del Qi. Il Qi è il flusso energetico che permette alle cose di esistere e trasformarsi, e che nell’uomo costituisce l’essenza individuale, l’anima». Il Qi circola negli organi interni e nei meridiani, provocando la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna... Di notte, il Qi verifica lo stato di equilibrio degli organi: se incontra disfunzioni, l’ostacolo alla sua libertà di movimento produce il sogno, che segnala in quale organo è presente lo squilibrio.
Il ciclo di generazione del Qi avviene in cinque fasi: una crescita energetica (Legno) che dà origine a una espansione dell’energia (Fuoco). Da ciò si forma la cenere e quindi una fase di raccoglimento (Terra), nella quale c’è un’ulteriore concentrazione (Metallo). Quest’ultimo, infine, viene fuso dal fuoco (Acqua).
Tutti i fenomeni naturali corrispondono a una delle cinque fasi: per esempio, la primavera corrisponde al Legno, l’estate al Fuoco, la tarda estate alla Terra, l’autunno al Metallo e l’inverno all’Acqua.
Nel corpo, ogni elemento si concretizza in “logge energetiche”: per l’Acqua, rene e vescica; per il Legno, fegato e vie biliari; per il Fuoco, cuore e intestino tenue; per il Metallo, polmone e intestino crasso; per la Terra, milza e stomaco.
Infine, a ogni elemento sono associate determinate caratteristiche (sapori, colori, orifizi, facoltà spirituali, numeri): per decifrare il sogno, individuare l’organo in difficoltà e stabilire la terapia occorre tenere presente tutte le caratteristiche associate a ognuno dei cinque elementi.
Continua Franca Bedin: «Perché il Qi resti in equilibrio e necessario che gli elementi si controllino reciprocamente: il Fuoco controlla il Metallo, il Metallo controlla il Legno, il Legno controlla la Terra, la Terra controlla l’Acqua e l’Acqua controlla il Fuoco».
Così, se una donna ha vampate di calore, significa che il suo Fuoco è troppo forte: quindi il Legno è troppo asciutto, perché non è nutrito a sufficienza dall’Acqua. L’Acqua controlla la temperatura, inumidisce occhi, organi sessuali, articolazioni e muscoli. Poiché i reni sono associati all’Acqua, le vampate, l’insonnia, la secchezza vaginale e le infiammazioni di muscoli e articolazioni sono un sintomo della carenza di Qi renale. Per curarli, occorre rinforzare il Qi renale, per esempio con l’agopuntura.
I sogni vengono letti anche alla luce della teoria delle cinque anime, le facoltà psichiche correlate ai cinque organi.
L’anima Shen, lo spirito, rappresenta la coscienza e l’affettività ed è collegata al cuore. Nel sogno, lo Shen ci fa percepire le emozioni, come la paura o la gioia.
L’anima eterea Hun, collegata al fegato, presiede all’immaginazione, alla progettazione e al ricordo. Nel sogno ci permette di vedere: lo Hun nel sonno si stacca dal corpo e vola libero in luoghi mai visti, conoscendo persone mai incontrate.
L’anima corporea Po è collegata al polmone e al respiro e racchiude i meccanismi di protezione e difesa della vita. Nel sogno ci dà la possibilità di muoverci e di provare le sensazioni fisiche.
L’anima Yi è l’intenzione, l’attenzione mirata: presiede alla riflessione e all’analisi ed è collegata alla milza.
L’anima Zhi, la volontà, è correlata al Rene, l’origine della vita. È l’impeto vitale che porta a realizzare il progetto per il quale siamo nati.
I temi ricorrenti
I sogni ricorrenti sono considerati importanti messaggeri dello stato di salute: è possibile che siano generati da stimoli che, a livello inconscio, la mente riceve dal corpo e memorizza. Di notte, nel silenzio dei sensi, questi segnali diventano immagini preziose, che possono segnalare squilibri di organi o apparati che alla lunga possono diventare una malattia.
C’e chi, per anni, ha l’incubo di essere aggredito da un animale, chi sogna continuamente di dover superare l’esame di maturità, di essere sempre in ritardo o inseguito da un mostro. «I sogni ricorrenti sono anche una struttura del profondo non risolta», aggiunge Franca Bedin. «Comportamenti e convinzioni che ci impediscono di progredire, una fissità nell’inconscio che non riusciamo a smuovere. I mezzi per farlo possono essere molti come ad esempio la psicoterapia, lo Shiatzu, una pratica meditativa e il sogno lucido».
Una tecnica (semplice, assicura la psicoterapeuta!) per “entrare” nel sogno ci viene suggerita da Senoi Tamiar, un antico popolo della Malesia. «Un esempio interessante è il consiglio dato da un anziano a un bimbo che aveva sognato di essere rincorso da una tigre: ripeti più volte a te stesso che la tigre in sogno non può ucciderti. Quindi, decidi che la prossima volta che succederà non scapperai, ma la affronterai. Puoi chiamare in aiuto amici e familiari, ma devi comunque combatterla fino a domarla. Poi, chiedile un dono».
Secondo Franca Bedin questa tecnica è valida per chiunque abbia incubi ricorrenti e per imbrigliare tiranni psichici: «Ho ottenuto ottimi risultati con i bambini, più capaci di seguire alla lettera le “istruzioni”, senza chiedersi “come faccio?”, come farebbe un adulto. Purtroppo, basta questa domanda per attivare nel cervello una serie di barriere. E invece ci si deve fidare e provarci, semplicemente. Il dono, frutto della trasformazione di una difficoltà in alleato, è carico dell’energia della battaglia e della soddisfazione della vittoria. Potremo rievocarlo quando siamo sotto stress, per darci forza: scegliamo una pratica di relax (yoga, training autogeno) e puntiamo l’attenzione sull’immagine del dono ricevuto in sogno. Ci ricorderà che possiamo sconfiggere il nemico ogni volta che vogliamo».
La capacità di evocare
«Migliorare la capacità di ricordare i sogni è soprattutto una questione di allenamento», rassicura Franca Bedin. «Non dimentichiamo che il corpo è solo un aspetto più denso dello spirito. Quindi, accanto alle pratiche che rinforzano la psiche è importante un’attività fisica: lo yoga, il qi gong, il thai chi, lo shiatzu, il do-in. La meditazione o il training autogeno sono infatti ottimi per arrivare al rilassamento profondo necessario per sognare, ma sono assai più difficili: chiunque ci abbia provato sa quanto è difficile riuscire a far “tacere” la mente anche solo per pochi minuti».
Per interpretare i sogni, invece, l’allenamento più utile consiste nel leggere e scrivere e andare alle mostre d’arte. Spiega Franca Bedin: «La poesia e le fiabe, piene di allegorie, immagini evocative e analogie, sono utili per creare associazioni di idee con i nostri sogni. Scrivere le proprie riflessioni è un buon metodo per stimolare il lavoro della mente e creare connessioni che sfuggono al solo pensiero. L’arte, infine, affina la parte destra del cervello, quella dell’estetica e dell’intuizione; potenzia la memoria fotografica e, quindi, la capacità di ricordare ciò che vediamo in sogno».
Come ricordare i viaggi onirici
1. Durante il giorno, e prima di addormentarvi, ripetete: «Stanotte sognerò e al mio risveglio desidero ricordare il sogno». Questa induzione positiva fa sì che l’attenzione si concentri sull’obiettivo. Se non ci riuscite la prima volta, insistete. I risultati non mancheranno.
2. Se vi svegliate consapevoli di aver fatto un sogno, restate immobili e ripensate a cosa avete visto, fino a quando avrete messo insieme più particolari possibili. Cambiare posizione, gesto che fa parte della realtà della veglia, fa sì che ciò che appartiene alla dimensione del sonno svanisca subito.
3. Tenete sempre sul comodino un bloc notes aperto e una matita appuntita: una volta fissato il sogno nella mente, annotate due o tre elementi chiave che al mattino vi permetteranno di recuperare la storia.
4. Date un titolo al sogno e tentate ogni possibile lettura: fisiologico-sintomatica, spirituale, analitica. Più vi allenerete, più riuscirete a “vedere”.
5. Se potete, concedetevi un quarto d’ora per un pisolino pomeridiano: è un eccezionale laboratorio del sogno.
«Stanotte ho sognato...»
Elisabetta, 44 anni, segretaria di direzione
Ho sognato un neonato che piangeva e rideva, col viso coperto da un velo. Mi sentivo piena di gioia, gli parlavo e lo coccolavo.
Interpretazione
La gioia convolge l’elemento Fuoco. Il neonato richiama Acqua (pianto), Legno (infanzia) e Fuoco (riso, ma anche la nascita).
Il Fuoco è troppo, perché c’è tanta gioia: manca un sufficiente controllo di Acqua, collegata ai reni. Forse un eccesso di stanchezza e di stress fa sì che i reni siano in carenza energetica e il Fuoco divampi. Si possono avere perciò palpitazioni, tachicardia, sonno agitato.
A un secondo livello interpretativo, si osserva il velo, che copre gli organi di senso: quando si coprono gli “orifizi del cuore” - le entrate attraverso le quali il mondo ha accesso nella persona - si possono avere disequilibri psichici, sbalzi d’umore, scivolamenti nella depressione, incapacità nel prendere decisioni.
Renata, 32 anni, maestra d'asilo
Ho sognato uno schermo nero, grande, punteggiato da luci bianche disposte in linea retta.
Interpretazione
Il nero si collega all’elemento Acqua, la luce bianca al Metallo.
C’è una debolezza di Metallo, che segnala problemi ai bronchi, ai polmoni o alla pelle. Il Qi del polmone lascia che l’Acqua divenga sovrabbondante: consigliabili perciò camminate in campagna o giornate all’aperto, per cercare di ossigenarsi. E anche di lavorare sul respiro, per esempio con esercizi di Do-In.
Sul piano spirituale: si sta facendo ordine nelle esperienze e lentamente si sta chiarendo in quale direzione andare. Ma c’è ancora la paura dell’ignoto.
Ester, 29 anni, impiegata in banca
Ho sognato di spaccare i piatti dopo aver mangiato la pizza con un’amica.
Interpretazione
Il cibo richiama milza e stomaco, la Terra.
Il gesto di rompere i piatti la rabbia, emozione del Legno, legato al fegato. Il sistema appare in equilibrio, perché Legno controlla la Terra. Però l’alimento è particolare, pieno di ingredienti mescolati: la milza, organo dove risiede l’anima Yi, è confusa.
Il consiglio è quello di affrontare un problema per volta, recuperando la concentrazione.
Stefano, 55 anni, insegnante di storia
Sogno spesso di essere derubato: della moto, del portafoglio oppure da ladri entrati in casa mia.
Interpretazione
C’è una violazione dello spazio personale, oltre che il concetto di soldi.
L’elemento in squilibrio è il Metallo e la debolezza è antica: problemi alla pelle o all’intestino, da attenuare con attività all’aria aperta.
C’è anche un senso del confine labile: difficoltà a dire no o a esternare la propria interiorità, oltre a un senso di insicurezza generale.
Marcel Proust