Letizia Myolin Frailich, via A. Saffi, 24 - 20123 Milano. Tel.: 340.56.29.722

Il potere delle emozioni

Alcuni brani del libro "Il potere anticancro delle emozioni" di Christian Boukaram è illuminante sulle ultime tendenze delle medicina moderna e dell'incredibile capacità di osservazione e consapevolezza degli antichi.

 

 

Il pericolo dell' adrenalina:

Lo stato ottimale di salute per l'uomo sembra corrispondere a una condizione di pace nella quale tutti i sistemi si coordinano in maniera ideale. In tale stato di equilibrio non esiste alcun pensiero negativo.

I nostri antenati ovviamente non sempre godevano di un simile privilegio; di certo non quando vedevano un orso apparire dietro un cespuglio. In quel momento potevano avere molteplici pensieri, per esempio: "Mi divorerà" oppure: "Perché ho lasciato il coltello nella grotta?".

 

Pensieri che danno l'allarme al corpo, trasmettendogli un segnale di pericolo. Questo segnale è la paura, che porta a uno stato di ansietà. L'adrenalina è il messaggero che consegna la richiesta di aiuto a tutte le cellule: "Si mette male!". Il “piano pericolo" viene quindi attivato in tutto il corpo, iniziando dal cuore che aumenta la frequenza dei battiti per pompare più sangue verso i muscoli e prepararli ad attivarsi. Il sistema vascolare si chiude in diversi punti per favorire l'aumento della pressione arteriosa, in modo che il sangue fluisca copioso ai muscoli, a scapito del sistema digestivo e urinario; braccia e gambe si preparano al combattimento o alla fuga. L'adrenalina agisce anche sul cervello e ci obbliga a concentrarci; lo spinge a stare all'erta e a valutare ogni possibilità in questo ambiente pericoloso. Tale stato di allarme è il contrario della condizione di pace menzionata precedentemente; è uno stato in cui una parte dell'organismo è mobilitata e l'altra "addormentata" o trascurata .

 

Effetti dell' adrenalina:

Le nostre emozioni possono influire in modi diversi sul corpo e l'equazione del cancro. Molti di questi processi sono stati identificati da anni; altri sono emersi da recenti scoperte. I paragrafi seguenti riportano alcuni di questi legami, mentre ulteriori spiegazioni saranno date più avanti nei prossimi capitoli . In questo processo sono implicati altri ormoni, come il cortisolo.

A) Indebolimento delle difese naturali del corpo

La psiconeuroimmunologia è una scienza che studia l’impatto della dimensione psicologica sul corpo e sul sistema immunitario. Ora sappiamo con certezza che le nostre cellule r parte di un sistema complesso, che ha numerosi meccanismi di comunicazione e d'interazione.

Il sistema immunitario gioca molteplici ruoli; è implicato nei processi infiammatori che permettono di riparare i tessuti danneggiati; ha la responsabilità di difenderci contro le cellule che cercano di invadereci. Queste ultime possono provenire dall’esterno (batteri, virus, altri microbi) o dall'interno del corpo(cellule cancerose); ogni giorno il sistema immunitario individua ed elimina all'istante le cellule anomale prima che si moltiplichino diventino rilevanti. Le nostre difese naturali "giustiziano" questi nemici, impedendo loro di devastare il corpo.

È dimostrato che il sistema immunitario funziona in modo ottimale quando siamo sereni, perché gli forniamo gli strumenti necessari per adempiere perfettamente alle sue funzioni. Il contrario è altrettanto vero: gli stati prolungati di ansietà o di disagio emozionale (lutto non risolto, depressione, ecc.) nuocciono al sistema immunitario. Questi stati emozionali negativi diminuiscono il numero e la qualità delle cellule protettrici, ivi comprese quelle capaci di difenderci dalle cellule cancerose (come i linfociti T citotossici e le cellule Natural Killer).

La disperazione, l'isolamento  sociale, le discordie familiari persistenti sono fattori capaci di indebolire il sistema immunitario. Quando le condizioni delle guardie re sono cattive, la qualità del loro lavoro ne risente: lasciano il portone di casa aperto agli intrusi. Questi ultimi possono attaccare difese naturali a sorpresa, in gruppo, perché nessuno li sorveglia adeguatamente. Questo fenomeno chiamato "depressione del controllo immunitario" a volte si osserva nei soggetti sottoposti a trapianto, che sono più inclini a sviluppare certi tipi di cancro.

La psiconeuroimmunologia è una scienza di grande portata. Ha dimostrato tra l'altro che una diagnosi di cancro è evento che produce un indebolimento del sistema immunitario in altri membri della famiglia. Che circolo vizioso! Per fortuna diverse terapie psicologiche, come la psicoterapia, l'ipnosi, la meditazione, la visualizzazione, il rilassamento e la regolazione delle emozioni, sono strumenti eccellenti per rinforzare il sistema immunitario.

È stato dimostrato che anche ridere è un mezzo per rafforzare le cellule anticancro. Sorridete, è contagioso!

B) Stimolazione delle cellule cancerose

Oltre ad agire sul sistema immunitario, l'adrenalina ha un'azione diretta sulle cellule cancerose.

In primo luogo, fa scattare la produzione di fattori infiammatori che sono catalizzatori del cancro; agiscono cioè come dei messaggeri che spingono le cellule cancerose a svilupparsi. Ciò costituisce in parte la ragione per la quale le infiammazioni croniche possono trasformarsi in cancro.

In secondo luogo, l'adrenalina stimola direttamente le cellule cancerose. Studi recenti hanno dimostrato l'esistenza di recettori dell'adrenalina situati direttamente sulla membrana delle cellule cancerose. E alcuni esperimenti mostrano che questi ultimi si moltiplicano tre volte più in fretta in presenza di emozioni negative o durante stati di ansietà e disperazione.

In terzo luogo, l'adrenalina migliora l'ambiente delle cellule cancerose, ne aumenta l'irrorazione sanguigna e fornisce loro più nutrimenti  per crescere e svilupparsi velocemente.

In quarto luogo, l'adrenalina stimola l'istinto di sopravvivenza delle cellule cancerose, spingendole ad accrescere la loro longevità fino a divenire invincibili, indistruttibili e immortali.

Infine, l'adrenalina migliora il potenziale di formazione di metastasi da parte delle cellule cancerose; fornisce loro armi per aiutarle a battersi a distanza e a invadere il corpo, permettendo al cancro di "generalizzarsi".

  • Il diniego emozionale

La distrazione

Coloro che non ascoltano le loro emozioni fanno spesso ricorso alla distrazione. Distrarsi equivale a fare orecchie da mercante, come il capitano in presenza del messaggero. È l'azione di "annegare" le idee generate dall'emozione, senza mai farvi fronte. Bere, fumare, andare per negozi, ingozzarsi, guardare la televisione, lavorare strenuamente: ecco alcuni modi di distrarsi che permettono di scaricare momentaneamente la pressione.

Un mezzo di distrazione non può diventare un'abitudine perché, anche se al momento ci dà sollievo, il vero problema rimane intatto e il suo messaggio emozionale - il nostro bisogno - non appagato. Agire in accordo con l'emozione provata, decodificare il messaggio, la sfumatura di colore, è il solo modo per risolvere la situazione. L'emozione che ritorna di continuo come in un circolo vizioso, può condurre a un sentimento di vuoto, di frustrazione e di depressione.

La frustrazione

Quando un bisogno resta inappagato, il messaggero si arrabbia e utilizza sistemi d'allarme molto più potenti. Il dolore dell'emozione negativa aumenta con l'arrivo della frustrazione. La sensazione di "essere abbattuti" è un normale meccanismo di sicurezza. La frustrazione può essere avvertita come una condizione di carenza. Si manifesta come una richiesta da parte del corpo di fare qua/cos'altro, perché il nostro comportamento non soddisfa il bisogno inappagato e non risponde al messaggio. È un richiamo all'immaginazione: bisogna cambiare tattica per percepire la sfumatura dell'emozione che continua a ricomparire. È il momento di chiedere aiuto, perché se non si trova una soluzione alla frustrazione, si può arrivare all'ultima tappa: la depressione.

La depressione o l'ansietà

Quando il corpo viene trascinato in una direzione che gli risulta nociva, cessa di collaborare. La depressione è come un arresto automatico del sistema; da questo punto di vista potrebbe essere anche benefica. Talvolta, con l'aiuto di un professionista, riusciamo a contenere le idee negative (come i pensieri di suicidio) e a scoprire che cosa le ha causate. Coloro che hanno difficoltà a esercitare l'introspezione purtroppo si ritrovano spesso ad assumere sostanze come gli ansiolitici e gli antidepressivi, che possono essere necessari in presenza di sintomi severi, ma che non costituiscono rimedi miracolosi, a causa dei loro effetti collaterali. Molte condizioni ben conosciute, come lo stato d'ansia generalizzato, sono causate da emozioni trascurate per troppo tempo.

  

 

 

 

Chi sono

Trenta anni in cui ho potuto amalgamare la passione con la professione passando attraverso esperienze apparentemente molto diverse ma legate tra loro da un filo irresistibile: la capacità insita in ciascuno di noi di rinnovarsi e trasformarsi.

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