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Storie antiche e saggezza

Omaggio a Marija Gimbutas

Le riflessioni di seguito riportate  derivano principalmente dagli studi di Marija Gimbutas autrice del libro: Il linguaggio della Dea. Mito e culto della Dea Madre nell’Europa Neolitica, di cui riportiamo un passo essenziale: “La celebrazione della vita è il motivo dominante nella ideologia dell’arte dell’Antica Europa”.

 La Dea era, in tutte le sue manifestazioni, il simbolo dell’unità di tutte le forme di vita esistenti nella natura. Il suo potere era nell’acqua e nella pietra, nella tomba e nella caverna, negli animali e negli uccelli, nei serpenti e nei pesci, nelle colline, negli alberi e nei fiori. Di qui la percezione mistica e mitopoietica della santità e del mistero di tutto quanto è sulla Terra. Quella cultura si deliziò dei prodigi naturali di questo mondo. Il suo popolo non produsse armi letali, nè costruì fortificazioni in luoghi inaccessibili, come avrebbero fatto i successori, anche quando conobbe la metallurgia. Invece costruì magnifiche tombe-santuari e templi, comode abitazioni in villaggi di modeste dimensioni e creò ceramiche e sculture superbe. Fu quello un lungo periodo di notevole creatività e stabilità, un’epoca priva di conflitti. La cultura di quel popolo fu una cultura dell’arte. Le immagini e i simboli derivanti dalle ampie testimonianze archeologiche di quel mondo antico affermano che la cultura della Grande Dea partenogenetica dominò in Europa per tutto il Paleolitico e il Neolitico e nell’Europa mediterranea per la maggior parte dell’Età del Bronzo. La fase seguente, quella degli dei guerrieri, pastorali e patriarcali, che o soppiantarono o assimilarono il pantheon delle dee e degli dei, rappresentò una fase intermedia prima dell’era cristiana e del diffondersi del rifiuto filosofico di questo mondo. Si sviluppò un pregiudizio contro questa mondanità e con questo la ripulsa della Dea e di tutto quello che aveva significato. La Dea gradualmente si ritirò nel profondo delle foreste o sulle vette delle montagne, e là sopravvisse fino ai nostri giorni nelle credenze e nelle fiabe. Seguì l’alienazione dell’uomo dalle radici vitali della vita terrena, e i risultati sono ben evidenti nella società contemporanea. Ma i cicli storici non si fermano mai, ed ora vediamo riemergere la Dea dalle foreste e dalle montagne, recandoci speranza per il futuro, e riportandoci alle nostre più antiche radici umane».

Da: http://cartesensibili.wordpress.com

La Dea Uccello, protettrice della famiglia, dispensatrice e sostenitrice della vita. Vita, morte e rinascita, la Dea possiede l’energia cosmica dinamica rappresentata dalla linea tripla. Il triangolo, simbolo della Dea Uccello sin dal Paleolitico Superiore, ha il significato di fertilità. (Terracotta Tessaglia, Grecia, inizio V millennio a.C.)

Estensione approssimativa della prima civiltà europea denominata “Antica Europa” (7000-3500 a.C.). L’Europa sud-orientale (linea continua) fu il centro di questa civiltà la cui espansione culturale, prima delle invasioni indoeuropee, arrivà a comprendere quasi l’intero continente (linea tratteggiata).

Chi sono

Trenta anni in cui ho potuto amalgamare la passione con la professione passando attraverso esperienze apparentemente molto diverse ma legate tra loro da un filo irresistibile: la capacità insita in ciascuno di noi di rinnovarsi e trasformarsi.

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